Nel quadro storico-politico contemporaneo il concetto di Europa e di civiltà europea è divenuto un argomento di assoluta e stringente attualità.
E' sembrato dunque utile richiamare l'attenzione sul volume "Storia dell'idea d'Europa" di Federico Chabod, che per molti potrebbe costituire una piacevole rilettura, considerato un classico della ricerca storiografica sulla materia.
Nell'opera, infatti, sono analizzate con precisione e rigore le esperienze del passato, punto di partenza indispensabile per avere maggiore consapevolezza del contesto culturale nel quale si è formata l'idea europea, passaggio obbligato in direzione della costruzione di futuri nuovi assetti.
Muovendo da un interessante excursus storico, l'Autore prende in esame la concezione di Europa, alludendo in primo luogo al contesto fisico ma rivolgendosi soprattutto ai riferimenti politici, culturali e morali che, a partire dall'epoca greca, quando tale continente era circoscritto all'area compresa tra Egeo ed Adriatico, ponevano in evidenza lo spirito di "libertà" contrapposto al "dispotismo" asiatico.
Lo studio prosegue analizzando le epoche successive, quando il contesto fisico europeo si modifica espandendosi ad occidente ed i pensatori medievali prima e rinascimentali più tardi hanno modo di affermare - nella dicotomia cristiano-pagano ed europeo-selvaggio - le caratteristiche della civiltà europea, offrendo l'opportunità all'Autore di ripercorrere, con vivacità espressiva, le teorie di Petrarca, Machiavelli, Erasmo da Rotterdam e di illustrare - mantenendo un rigoroso continuum logico - l'evoluzione del pensiero culturale-politico e dei suoi caratteri distintivi.
Chabod esamina, poi, l'epoca illuminista e l'esaltazione del concetto di europeismo diffuso dei suoi primi decenni affermando che in questo secolo rimane vivo il senso dell'Europa come di un "unico corpo civile, politicamente diviso in tanti Stati legati da un continuo, incessante intreccio di rapporti", che si esprimono in un "diritto pubblico" europeo e in una dottrina dell'equilibrio.
L'interessante volume si conclude con le osservazioni concernenti l'Ottocento europeo, quando le forze romantiche, con la rivalutazione e l'esaltazione del fattore religioso nella vita umana e, di conseguenza, nella storia e nella vita europea, idealizzano nuovamente la centralità del ruolo europeo: Gioberti arriva ad ipotizzare la nascita degli Stati Uniti d'Europa e Mazzini fa propaganda per la Giovine Europa.
Alla luce di queste premesse, è possibile inquadrare compiutamente l'attività intellettuale dell'essere europeo che da secoli idealizza e crede profondamente nell'idea di amalgamare realtà culturali e politiche diverse nella convinzione che la mentalità europea debba prevalere sugli interessi dei singoli Stati, per poter perseguire quel processo di globalizzazione così vivo nella comunità mondiale.
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